Di solito questa domanda sorge già nel momento in cui iniziamo a pensare di adottare un cane. Meglio un cane di razza o un meticcio?
Ma…sicuri che sia questa la domanda da porsi? E’ da un po’ che ci penso. La razza, certo, ci da innumerevoli informazioni: morfologia, fisiologia, temperamento, attitudini. Non poco.
Un cane la cui razza di appartenenza non è ben definita è più un’incognita.
La prima domanda che mi farei è semplicemente “con chi voglio condividere la mia vita?” Una domanda impegnativa. E per rispondere a questa domanda, forse prima, dovremmo capire chi siamo. Chi sono io? Un tipo dinamico che ama andare a camminare per i monti o sono una più pantofolaia? Sono una persona a cui piace stare tra la gente, passare tanto tempo con altre persone o sono più solitaria? Sono una sempre in movimento o più “statica”?
Perché questa analisi su se stessi? Perché se si sta pensando di adottare un cane, allora si sta pensando di condividere con lui la propria vita, le proprie abitudini, il proprio spazio e un po’ del proprio tempo.
Non vedo l’adozione come un’opportunità che l’uomo da al cane. In una sola direzione. Chi adotta, sta iniziando una convivenza. L’opportunità è da entrambe le parti. Noi la diamo al nostro cane ed il nostro cane la sta dando a noi. E come in ogni convivenza ci sono diritti e doveri e ci si deve un po’ bilanciare.
Non bastano due coccole, una cuccia e del cibo.
Quindi, una volta che ci siamo chiariti un po’ le idee da questo punto di vista, posso passare alle altre domande.
La razza sicuramente da molte informazioni su un cane: ma attenzione! Le informazioni sono inerenti la sua morfologia, il suo temperamento, le sue attitudini per esempio. E’ fondamentale capire, però, che il carattere e la personalità di qualcuno non è legata solo alla razza di appartenenza.
La razza non ci dice CHI sarà quell’individuo.
Dire “voglio un golden perché va d’accordo con tutti” è come dire “voglio come figlio una bambina perché le bambine sono più buone”. Semplicemente è una generalizzazione senza senso.
Siamo abituati ad usare etichette e a generalizzare. In questo periodo lo si vede benissimo. Le etichette possono aiutare: riassumono una serie di caratteristiche (buone o meno). Il problema delle etichette è che le appiccichiamo anche agli individui oltre che a prodotti inanimati. Un individuo però è la somma delle esperienze che fa, delle sue preferenze, delle sue paure, delle sue motivazioni, delle sue scelte, delle sue caratteristiche anche fisiche, delle influenze dell’ambiente…difficilmente riassumibili con un unico termine o poche parole, in un’eticchetta.
Come può un’etichetta come “Labrador”, “Pastore Tedesco”…dirci chi è quell’individuo?
La razza ci da informazioni parziali: non avrò sorprese sulla taglia del cane, sui suoi colori, sul suo aspetto fisico. Avrò qualche indicazione sulle attitudini e sul temperamento. Se l’allevamento è serio (e ripeto SERIO), avrò anche qualche garanzia in più rispetto a problemi di salute e forse (dico forse) saprò che fino al momento dell’arrivo nella mia casa, sarà stato cresciuto nel rispetto dei suoi bisogni e che sarà stato guidato nelle prime esperienze.
Un cane non di razza è più una sorpresa: è capitato che una persona pensasse di aver portato a casa sua un piccolo cagnolino, mentre dopo qualche mese si è ritrovata un gigante al suo fianco. Spesso questi cagnolini ben mescolati provengono da associazioni, da canili o da cucciolate improvvisate di privati. Se adotto un meticcio so che non avrò tutte le informazioni che può darmi un allevamento SERIO. E non è poco.
– Piccola parentesi sugli allevamenti: ci sono pareri discordanti sugli allevamenti. In generale non sono contraria agli allevamenti, se sono SERI. Lo sono verso quelli che si spacciano per seri. Allo stesso modo non ritengo giusto che le stesse persone che guardano agli allevamenti come qualcosa di brutto e cattivo (e li buttano tutti nello stesso calderone), non si alterino di fronte a quelle persone che fanno cucciolate improvvisate in cui gli stessi cuccioli non sono seguiti, vengono lasciati allo sbaraglio e allontanati dalla mamma prima del tempo (con la scusa del “ormai mangia da solo” o “o lo prendi o lo faccio fuori”). –
Tornando al discorso principale, quindi, in caso di meticcio sarebbe utile riuscire a capire chi sono i possibili genitori e a raccogliere qualche informazione sulla storia di quella cucciolata.
In entrambe i casi, chiedete e chiedete. Fate tutte le domande che volete, anche se vi sembrano stupide. E se non ricevete risposta, fatevi due domande sulla persona/allevamento che avete davanti.
Il cane non è un pacco, non esiste il soddisfatti o rimborsati e non esistono i resi.
Ultimo punto è quello legato all’INTELLIGENZA di un cane. Non è legata alla razza. Quindi cani di razza o meticci…è indifferente!!!!!!
Spesso si confonde la collaborazione con l’intelligenza. In pratica per molti, più un cane è disposto a “obbedirci” più è intelligente. La realtà è che ci sono cani più collaborativi con noi rispetto ad altri, pure quando siamo delle guide poco coerenti. Sono più disposti nel darci retta, nel seguire le nostre indicazioni, a collaborare con noi, anche in quelle cose che per cui loro non hanno alcun interesse. Altri invece sembrano guardarci con un espressione del tipo “Cosa vuoi, scusa?”, “no, grazie non mi interessa”, “ho altro da fare adesso” e scelgono di fare di testa loro. La razza può incidere su “quanto è collaborativo”, ma incide anche il rapporto con quel cane, la nostra capacità nel creare relazione con lui ed essere presenti e guide coerenti. Non è questione di essere intelligenti o meno.
Un altro approfondimento su questo discorso lo trovate qua: Voglio un cane!
Un libro consigliatissimo per capire meglio razze, gruppi di appartenenza è questo: Piacere di conoscerti di Elena Garoni