Le motivazioni di razza è un argomento bellissimo perché ci permette di capire un po’ di più i nostri amici a quattro zampe.
Dovremmo soppesarle di più anche: la famiglia del cane stesso, l’educatore o l’istruttore nel percorso.
Conoscere cosa si intende per “motivazioni di razza” e quali sono queste motivazioni ci aiuta a capire meglio che al di là dell’aspetto fisico, quando si parla di razza o si cerca di capire quali razze ha nel suo bagaglio un certo cane, non è solo una questione estetica.
Motivazione e Attitudine
Iniziamo da questi due concetti.
La motivazione è “la spinta interna”, è ciò che spinge un individuo a mettere in atto certi comportamenti, a preferire certe attività.
L’attitudine si riferisce invece “alle capacità innate (fisiche, cognitive)” a svolgere una certa attività.
In altre parole, potrei dire che la motivazione è il desiderio, la vocazione. L’attitudine è la predisposizione ad imparare anche velocemente ed eccellere in certi compiti.
Per fare un esempio, un cane di razza Pastore Tedesco generalmente ha una motivazione territoriale e collaborativa alte, quindi “la spinta interna” a proteggere il territorio è grande, così come a collaborare con noi.
Le sue attitudini si manifestano nelle sue capacità naturali di apprendere velocemente, lavorare in squadra e mantenere il controllo per esempio.
Nella selezione delle varie razze, i due concetti vanno a braccetto.
Prendiamo un cane di razza Jack Russel, che ha tendenzialmente una motivazione predatoria e perlustrativa molto alte. La sua spinta innata è cacciare (all’origine era stato selezionato per la caccia alla volpe ed altri piccoli animali da scovare in tana). Quindi possiede un forte desiderio di inseguire, scavare, stanare.
La sua attitudine si manifesta nelle sue capacità mentali e fisiche: determinato, agile, rapido, fisicamente in grado di entrare in piccoli spazi.
Le motivazioni
Veniamo alle motivazioni, principalmente sono queste:
Motivazione | Descrizione |
Epimeletica | è il bisogno di prendersi cura di un altro individuo, per esempio, la mamma con i propri cuccioli |
Affiliativa | è il desidero, la spinta a far parte di un gruppo, come la famiglia |
Comunicativa | la spinta a comprendere l'altro e anche a farsi capire dall'altro, a comunicare le proprie intenzioni |
Et-epimeletica | la spinta a ricercare le attenzioni, le cure da parte di un individuo del gruppo. Per esempio, un cucciolo che cerca la mamma, il suo contatto, le sue cure, sta esprimendo questa motivazione |
Somestetica | è il bisogno di prendersi cura del proprio corpo |
Sociale (intraspecifica o interspecifica) | simile a quella affiliativa, ma questa motivazione riguarda più individui fuori dal proprio gruppo familiare |
Protettiva | questa può essere confusa con quella possessiva. In realtà questa motivazione è quella che spinge a proteggere e difendere il proprio gruppo sociale |
Territoriale | è il desiderio o bisogno di proteggere i propri spazi. Per esempio anche noi siamo territoriali se pensiamo a quante risorse mettiamo in atto per salvaguardare il nostro spazio come la nostra casa |
Possessiva | simile a quella territoriale, ma riguarda non tanto lo spazio quanto un oggetto |
Competitiva | a volte confusa con quella possessiva (il comportamento è simile), non riguarda l'oggetto in sé ed il suo valore, quanto il fatto stesso di mantenerne il possesso |
Perlustrativa | è la spinta a mappare, esplorare un territorio, spingersi in là alla scoperta |
Predatoria | questa forse è la più semplice, è la spinta ad inseguire con l'obiettivo di catturare oggetti o altre cose in movimento |
Esplorativa | a volte confusa con quella perlustrativa, questa spinta riguarda il desiderio di studiarsi un oggetto o quello che si sta osservando con minuzia, cercando di percepirne i particolari. Mai visto un cane che sembra analizzare un filo d'erba in modo molto pignolo? |
Sillegica | questa spinta è ciò che spinge un cane a portare un oggetto per lui di valore in un posto sicuro (es. cuccia) |
Di ricerca | desiderio di andare a cercare qualcosa di interessante |
Cinestetica | bisogno di muoversi |
Collaborativa | è la voglia, la spinta a interagire con il gruppo (persone, cani...) per fare qualcosa insieme |
Immaginatevi queste motivazioni come dei muscoli del corpo. Muscoli che possono essere più o meno sviluppati, forti, allenati.
Il volume di questi muscoli non può essere azzerato a seconda di “mi piace”/”non mi piace” e ogni razza (rimaniamo sulle razze che è più facile la comprensione) ha alcuni di questi muscoli più potenti o comunque più predisposti a svilupparsi di altri.
Le spinte motivazionali, non sono casuali.
Nella storia di ciascuna razza, che spesso risale a centinaia di anni fa, l’uomo ha cercato di incentivare e poi mantenere certe caratteristiche fisiche e caratteriali . Ai tempi era una scelta più basata sulla funzione lavorativa: un cane doveva essere più d’aiuto durante il lavoro. Il cane “da compagnia” non era gettonato.
Quindi la scelta mirava a mantenere cani sani dal punto di vista fisico, con le spinte adatte al lavoro per cui erano destinati.
Facciamo l’esempio del Jack Russel.
“Nato” nell’800 (quindi più di 200 anni fa) nel Devon (Regno Unito). Un reverendo, appassionato di caccia alla volpe, selezionò un tipo di Terrier adatto a introdursi in tana. Mixate altre razze (quali bulldog, beagle più tardi per esempio), lo scopo era quello di poter cacciare volpi, tassi, conigli direttamente in tana.
Questo cosa implica?
– cane strutturalmente forte, agile per potersi infilare in buchi non sempre agevoli, veloce e con riflessi prontissimi
– cane determinato: immaginatevi entrare in una tana e affrontare qualcuno che si difende con tutte le sue forze. Il rischio di non uscirne o uscirne con ferite è alto. Inoltre ci deve entrare di sua spontanea volontà. Tanta roba.
Quali motivazioni, quali spinte del Jack sono molto alte? Predatoria, perlustrativa, di ricerca, territoriale, possessiva, cinestetica. Queste ci vogliono se deve fare quel tipo di lavoro. Oltre a ciò poi è generalmente un cane molto affiliativo verso la sua famiglia.
Ora, convivere con un cane con queste motivazioni e sperare di passare la maggior parte del tempo sul divano, lo vedo un po’ utopico.
Pensiamo ad un altro cane: il Golden Retriever.
Nato verso la metà del 1800 in Scozia, da un certo Sir Dudley Marjoribanks che volle unire le qualità dei cani Retriever a quelli Spaniel – in particolare il Flat-Coated Retriever e il Twees Water Spaniel (razza estinta) – , con l’obiettivo di ottenere un cane “elegante, robusto con attitudini di cacciatore e riportatore”.
Nella metà del XVIII secolo la caccia alla selvaggina era molto popolare tra gli aristocratici di Scozia e Gran Bretagna. Serviva un cane che potesse recuperare la selvaggina o oggetti sia da acqua che da terra, visto che la terra spesso era coperta di stagni e fiumi.
Considerate anche con il passare del tempo c’era stato pure un’evoluzione delle armi da fuoco e capitava spesso che durante le battute di caccia molti volatili volavano lontano e se colpiti cadevano a volte in posti inaccessibili. Per non rendere vana la caccia, serviva un cane “più addetto al riporto”.
Viene quindi incrociato successivamente anche con un Labrador.
La storia del Golden è circa questa (senza entrare troppo nel dettaglio).
In questo caso quindi, non veniva cercato un cane che si gettasse in tana, ma che facesse più un lavoro di recupero.
Quali motivazioni, quali spinte avranno cercato di incentivare quindi?
Motivazione di ricerca: il volatile poteva essere caduto in posti poco accessibili anche a vista. Serviva un cane motivato a cercare. Attenzione! parlo di una motivazione innata, non di cercare perché poi il proprietario da il premio. Queste motivazioni si auto-alimentano.
Motivazione collaborativa, perlustrativa, affiliativa, cinestetica per esempio.
Vedo la mia Raya, Golden Retriever: queste motivazioni le ha eccome.
Conoscere quali “muscoli” ha più sviluppato una razza, ci consente anche di capire se la vita che possiamo offrire a quell’individuo lo soddisferà, lo appagherà, seguirà quelle che sono le sue spinte interne. Un cane appagato è un cane più sereno.
Pur non essendoci motivazioni buone e motivazioni cattive, è pur vero che alcune se mal indirizzate possono portare problemi non da poco. Se per esempio incentiviamo un cane che ha già di suo una forte spinta al controllo cosa possiamo aspettarci?
Un ultimo esempio: il Pastore Maremmano Abruzzese.
Le sue origini sono antichissime, forse circa 2000 anni prima di Cristo (2000 anni!! non l’altro ieri) in zona Tibet (Asia). La popolazione degli Arii inizia a migrare verso l’occidente in cerca di terreni fertili, indispensabili alla pastorizia transumante (attività principale). Con loro si spostano anche le mandrie del bestiame. Queste mandrie erano allora protette dagli antenati dei vari pastori di oggi.
Col passare dei secoli (non due mesi!), si modificano le abitudini, gli usi e i costumi di queste popolazioni. E così anche i cani assumono caratteri più specifici al lavoro a cui sono adibiti. E visto che l’economia era basata sulla pastorizia stanziale/transumante per l’alternanza di pascoli montani in estate e pascoli in pianura d’inverno, serviva qualcuno che proteggesse queste mandrie dai predatori, quali orsi e lupi.
Ora, quali caratteristiche si saranno volute incentivare nel corso del tempo? Quali spinte servono per proteggere le mandrie?
Un’alta motivazione territoriale, protettiva (gli individui della mandria o di un gregge sono parte della famiglia per questi cani), possessiva, affiliativa, epimeletica. Sono cani coraggiosi con un forte legame al gruppo in cui crescono. Pensate al compito per cui sono stati selezionati!
Hanno una naturale predisposizione alla difesa.
Come detto sopra, queste motivazioni di per sé non sono cattive, ma se mal indirizzate, possono mettere in difficoltà tutto il sistema famiglia, se per caso quel cane che adesso non vive più sui pascoli del Tibet, effettua un controllo serrato su chi può entrare o uscire dall’appartamento.
Mi sono concentrata principalmente sulle razze, ma con un cane meticcio vale stesso discorso. Il “problema” sta nell’identificare le razze presenti, per intuirne poi le possibili motivazioni.
Le motivazioni danno quell’informazione in più sul cane e a mio avviso dovrebbero essere conosciute, soprattutto perché capiamo meglio il nostro cane e se siamo in fase “adozione” si riduce il rischio di adottare qualcuno con motivazioni opposte alle nostre e che poi vogliamo ci ritroviamo a voler ridurre e a volte eliminare del tutto (cosa non fattibile!).
In tutto ciò, ovviamente, rimane il fatto che un cane è un individuo a sé e che due individui appartenenti alla stessa razza, non per forza esprimeranno le stesse motivazioni con lo stesso volume.
A questa pagina https://www.kodami.it/le-motivazioni-del-cane-i-desideri-e-i-bisogni/ le motivazioni di razza sono approfondite benissimo.
Un altro articolo da leggere è Di razza o meticcio?